1) RENATO VALLANZASCA.
Ebbene, mentre in Grecia si manifesta violentemente e varie Cassandre ci ricordano che quello sarà il nostro futuro( bambini denutriti e ospedali autogestiti, con un governo che falcia salari pensioni e posti di lavoro, autorizza licenziamenti a go-go nei posti pubblici)e i media maggiori tornano a accusare i soliti black block di disordini per evitare che la rivolta si diffonda in Italia io voglio fare una digressione nel bel tempo che fu e mi rendo tristemente conto di una verità assurda: alla fine degli anni '70 e i primi degli '80 chi era uno degli uomini più corteggiati e desiderati d'Italia? A riprova dell'indolenza dello stato, perchè signori miei, non basta essere belli "dritti" e un filino dannati, ci vuole anche un lungo disinteresse e abbandono del singolo cittadino e una corruzione eclatante per creare certi fenomeni, uno degli uomini più amati non era Marcello Mastroianni all'epoca ancora piacente, ma un banditello della periferia di Milano: Renato Vallanzasca, appunto. Egli fu nientemeno catturato l'ultima volta grazie a un marito geloso che avvisò la polizia di un'appuntamento che egli, evaso da una decina di giorni, aveva con la moglie consenziente che entusiasta disse tutto al telefono alla sua migliore amica, il marito sentì tutto e zac!!! Volanti della polizia volarono nell'albergo dove i due piccioni si dovevano incontrare, e sembra fosse un appuntamento "al buio".
Renato Vallanzasca in una foto degli anni'70 |
Dopo varie rapine, dove un paio dei suoi complici ci rimisero le penne dopo gli scontri a fuoco di rito con le forze dell'ordine, decise di darsi ai sequestri, sequestra la figlia di un ricco imprenditore e zac!!! Scatta l'attrazione fatale, e non è da tutti. Catturato un paio d'avvocatesse s'innamorano di lui, al punto da esser denunciate per inquinamento di prove. Il suo primo matrimonio avvenne che era già in carcere, una ragazza poco più che ventenne cominciò a scrivergli. Arrestato l'ultima volta grazie al marito della sua mancata amante, (tra le sue fughe ricordiamo quella in cui si provocò un'epatite apposta e quella in cui riuscì a fuggire da un'oblò) nel carcere imparò l'informatica e aprì anche un sito, e si lamentava di essere etichettato in carcere come eiv(elevato indice di vigilanza), ovvero un gradino sotto il 41 bis, e doverci restare nonostante la buona condotta. Scartabellando tra le definizioni del diritto penale egli merita la dicitura di delinquente professionale, ovvero colui che vive grazie ai proventi delle sue attività criminose, un genere sinceramente poco correggibile, meno pericoloso per parenti e amici di un Pietro Maso, che è decisamente un mostro, o di un'Erika De Nardo, ma poco frequentabile, da allontanare e basta. Era un genere in fondo, un carattere anzi un prototipo: amico dei terroristi di destra e di quelli di sinistra, difendeva le posizioni di destra a sinistra e viceversa, per conservare la sua neutralità. A suo dire i drogati erano poco affidabili, poichè pronti a tradire i complici per una dose. Quasi una figura d'altri tempi, a suo dire irripetibile perchè "la criminalità è la faccia deteriore della società, se quest'ultima cambia, anche la criminalità cambia regole e comportamenti" Detto da lui che era un'esperto in materia.Cosa può essere successo a questa società in pochi anni se Maso riceveva lettere dalle ammiratrici e si è sposato in chiesa???
2) LA BANDA DELLA MAGLIANA
Roma, a differenza del sud e a tratti anche del nord della penisola, non ha mai avuto una grande storia "noir" cioè di malavita organizzata. l'unica parentesi fu negli anni '70-'80 con la Banda della Magliana. La Magliana degli anni '70 era una borgata di pessima fama, punto di ritrovo dei piccoli malavitosi della capitale. Nel 1990 viene ucciso Enrico De Pedis, falciato per regolamento di conti da una mitragliata mentre scappava in moto, nullatenente-ed è vero- dalla nascita alla morte si scoprirà che povero in canna alla morte proprio non ci arriva:possiede decine di ristoranti ed esercizi commerciali, ha appena comprato il locale notturno Jakie O' e ha inoltre una boutique Coveri. Ovvero come investire i soldi "sporchi" in attività pulite. Negli anni avevano creato contatti con Pippo Calò, mafioso e tagliatore di droga a Roma per conto della mafia, avendo il primo e unico posto nel traffico di droga nella capitale; controllavano il racket dell'estorsione il cui braccio era un'organizzazione di estrema destra : i NAR; avevano contatti di sopravvivenza, vista la loro attività, con polizia e carabinieri, un'ex appartenente alla banda piange ancora oggi le dollarose parcelle agli avvocati migliori, e solo quelli. Più volte accusati di essere implicati nella sparizione di Emanuela Orlandi, sequestro in cui poi si disse ì essere coinvolto anche l'allora Papa. Nei fatti De Pedis, su concessione di Ugo Poletti, allora vicario di Roma, fu sepolto nella chiesa a piazza Navona Sant'Apollinare perchè "Enrico De Pedis è stato un grande benefattore dei poveri". Con l'uccisione dei capi, per moventi di regolamento di conti interni almeno ufficialmente, Roma tornò nella sua consueta indolenza in materia criminale.
2)AVVENTURE NEL TUNNEL P.A.
La burocrazia paradossale e ai limiti del ridicolo è il solo motivo per cui un povero essere umano chieda posta certificata, caselle di posta e pin agli enti pubblici che lo permettono (anche se molto spesso l'accedere a questi servizi on line copia di sana pianta le assurde trafile degli enti da cui derivano:1000 controlli per avere una password inutile, poichè va rigenerata, ma di fronte ai 1000 giri per presentare allo sportello qualcosa di rilevante tutti preferiscono le procedure on line sperando che un bel dì, dopo il primo calvario anche su questa strada, tutto sia semplice e libero da orari, i nottambuli e i falsi precari per cui per qualche motivo risulta impossibile recuperare le ore perse agli sportelli nonostante levatacce assurde su gettano su internet come naufraghi su una zattera finora bucata).
C' è un altro motivo per cui si sfugge l'incontro con l'ente:i suoi impiegati, che stanno lì sono per rimettere in mano a te qualunque domanda firmata e controfirmata a ogni tua protesta fanno orecchie da mercante: non è mai colpa loro, ti vogliono aiutare...- a detta dei maligni sono modi ipocriti per conservare eventuali posti a cari amici- io la vedo come la storiella delle finte guardie e finti detenuti in un famoso esperimento condotto da uno psicologo inglese o americano, non ricordo, dove in capo a pochi giorni le guardie facevano ogni sorta di angherie ai detenuti, ribaltati i turni tra i volontari gli ex detenuti ora guardie la stessa cosa...In questo contesto X, povero precario, con in mano un atto giudiziario , dopo una prima mezza giornata persa per sapere che documenti doveva portare , (il fatto che le prime parole del capo area dell'ufficio sono state "ha sbagliato sede, deve andare..." risolto con il dribbling"c'è scritto nell'atto che devo venire qui!"(era stato tradotto da un amico competente, scritto in modo comprensibile c'era solo la via più lunga e costosa la cui prassi per accedere, oltre a 200 carte era "prima paghi , poi se hai ragione ti ridaremo i soldi")il palo del capo area dicevo è un particolare irrisorio sbrigato in un minuto, non vale nemmeno la pena di essere riportato. Quel giorno non era possibile ricevere così X dovette tornare per compilare l'apposito modulo, dopo la fila scopre che i moduli sono 2, il capo ufficio la manda a un altro sportello invece di prendere il modulo e darle l'altro, ora per chiedere un modulo c'era la fila informazioni, X già l'aveva fatta perciò, ormai convinto che la miglior difesa è l'attacco supera la fila e all'impiegato fa " mi ha dato solo un modulo!!!" e lui "lei quello mi ha chiesto !" Ottenuto dopo un botta e risposta a questo livello l'altro modulo arriva il momento di ricevere il biglietto della fila, le parole di una donna vicino "si metta in fila!"rivolte a X caddero nel vuoto senza nemmeno una protesta nè da parte della signora nè dei vicini l'impiegato"ha la tessera sanitaria con il codice fiscale?" (no , 10 giorni prima non era obbligatoria, essa così è il solo documento che riposa in casa insieme a quelli dell'esonero per povertà ottenuto bruciando il giorno di ponte) ormai invasato dallo spirito Vietcong x risponde:"no, lo so a memoria e ho la carta d'identità!!"( no doveva ritirala allo sportello pass dove l'aveva lasciata per salire negli uffici della dirigente, ma quella coda era a 2 passi e egli non aveva cambiato ancora connotati perciò c'erano testimoni.. e come dice il proverbio che la fortuna aiuta gli audaci l'impiegato fa "non serve" e da il prezioso numero della fila, x scavalca gente muta e recupera la carta d'identità, poi si mette in fila, tira fuori tutte le carte e le usa per compilare i moduli, cose che basta il codice fiscale ...forse è un tranello il modulo: non sarà necessario compilarlo in ogni parte...mistero facciamo le pecore, perchè battagliare per cose che ci siamo portati provvidenzialmente dietro?Nell'ora e mezza di fila, (da un decennio si fa seduti e si può uscire andare al bar e fumare tanto hai il numero, il progresso ha i suoi vantaggi x spega al vicino di sedia che il fatto che le marche da bollo fossero vendute a un chilometro di distanza e non nell'ufficio e il fatto che il soggetto interessato dovesse presentare anche se si presentava di persona allo sportello la fotocopia del suo documento d'identità era chiaro indice del passato corrotto e del clientalismo degli impiegati di quell'ufficio, e che era stato costretto alla fila perchè antipatico alla dirigente che aveva altro da fare piuttosto che prendere la sua domanda così com'era (risposta testuale).
Finalmente ecco lo sportello : l'impiegato"non si porta così questo documento, non è la prassi!" x rispiega tutta la vicenda e finalmente, dopo aver corretto il suo codice fiscale, che l'impiegata aveva sbagliato, non decifrando bene la calligrafia di x, ottiene la sua ricevuta.
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